Paolo Gulisano recensisce: "Voci dall'Altrove"

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Pubblicato su Ricognizioni, 9 giugno 2023. 

- a cura di Paolo Gulisano

Da circa due secoli nella Letteratura si aggirano fantasmi, tetri manieri, case infestate, sinistri omicidi, vampiri, mostri e leggende inquietanti. Fu parte della reazione Romantica all’Illuminismo con i suoi dogmi scientisti. Venne chiamato Romanzo Gotico, ed ebbe i suoi epigoni soprattutto nel mondo anglosassone, tra Gran Bretagna e Nord America, e conta tutta una serie di grandi autori: Nathaniel Hawthorne, Ann Ward Radcliffe, Mary Shelley, Bram Stoker, Rudyard J. Kipling, Ambrose Bierce, Arthur Machen, Edgar Allan Poe, Algernon Blackwood, Lord Dunsany, John Buchan.

Tutti questi autori avevano in comune il fatto di essere anglosassoni e protestanti. Ma a un certo punto comparve sulla scena di questo tipo di letteratura, che potremmo definire del Soprannaturale, un cattolico. Anzi: un monaco benedettino inglese, Dom Roger Hudleston.

Gilbert Hudleston – mutò nome in Roger solo quando divenne un religioso – era nato nel 1874, lo stesso anno in cui venne alla luce uno dei più famosi scrittori cattolici inglesi, il suo omonimo Gilbert Chesterton. Era figlio di un ricco proprietario terriero di fede protestante che si era distinto servendo il governo inglese in India. La famiglia tuttavia vantava tra i suoi illustri antenati un benedettino, padre John, che aveva salvato la vita del re Carlo II Stuart e lo aveva in seguito convertito all’antica fede quando, nel 1685, questi giaceva sul letto di morte. Il giovane Gilbert Hudleston era approdato al Keble College di Oxford.

Tuttavia la sua carriera universitaria durò solo pochi mesi: nel 1896 lasciò ogni cosa per diventare cattolico. Partì quindi alla volta di Roma, dove ricevette la prima comunione direttamente dalle mani di Leone XIII, per poi tornarsene in Inghilterra, presso l’abbazia di Downside, con l’intento di entrare a far parte dell’ordine benedettino.

Dom Hudleston svolse dapprima diversi incarichi a Downside. Fu bibliotecario, maestro del coro, insegnante. Fu poi cappellano militare nella Grande Guerra. Resse delle parrocchie benedettine, fino a quando la sua fragile salute lo costrinse ad una vita più ritirata in convento, dedita allo studio e alla preghiera. Morì nell’estate del 1936 per una crisi cardiaca, a poche settimane dalla scomparsa di Chesterton.

Uomo dalla vasta cultura e dalle molteplici doti , curò molte traduzioni inglesi di grandi classici della spiritualità cristiana. Fu con una certa sorpresa che un editore, Burns, Oates & Washbourne , nel 1923 si vide recapitare un manoscritto di questo oscuro monaco benedettino, conosciuto solo in una ristretta cerchia di studiosi cattolici, con dei racconti del Soprannaturale. Un campo letterario che – giustamente – non si doveva lasciare a chi apparteneva a confessioni religiose acattoliche o addirittura ad atei nichilisti.

Il volume Voci dall’Altrove, ora meritoriamente riproposto dall’Editrice Gondolin, è l’esperimento pienamente riuscito, da parte del monaco benedettino, di realizzare una narrativa che affronti temi del soprannaturale senza alcun gusto per l’orrido, dove il Mistero non è solo un incubo lovecraftiano, ma un terreno da esplorare, dove si deve cercare la presenza di Dio.

Protagonista del volume, scritto con lo pseudonimo Roger Pater, è Philip Rivers Pater, personaggio fittizio che l’autore immagina essere un cugino di suo padre, anch’egli sacerdote e facoltoso signorotto di campagna, ultimo discendente di una famiglia da sempre fedele a Roma. Il Pater immaginario è dotato di capacità extra-sensoriali e funge da “ricettore” di avventure soprannaturali. Fantasmi, possessioni, sedute spiritiche, oggetti maledetti e altri ingredienti tipici delle Ghost Stories vittoriane si accompagnano a un’originale meditazione sulla storia delle persecuzioni anticattoliche in Inghilterra e sulla spiritualità cristiana.

Consapevole del terreno teologicamente scivoloso su cui si stava muovendo, nelle quattordici storie del libro Dom Hudleston, tramite i suoi personaggi, è sempre pronto a stigmatizzare le superstizioni e a operare gli opportuni distinguo tra le mistificazioni a buon mercato e ciò che è veramente miracoloso.

Dentro ad ogni racconto c’è una riflessione spirituale, narrata però senza pesantezze moralistiche, secondo lo stile affascinante di quella magnifica congrega di scrittori cattolici inglesi, da Chesterton a Tolkien, da Belloc a Benson.


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